Carica o non! 12.25
Interpretare i cambiamenti
Su "Stampa, Scuola e Vita", nell'ambito della rubrica "Agenda Darfur", sono stati pubblicati alcuni approfondimenti su "Don Leo", Mons. Boccardi attualemente Nunzio Apostolico a Khartoum, Sudan. Abbiamo "intervistato" la Zia di "Don Leo", Angelina De Santis, che ci ha raccontato alcuni particolari inediti del "Prete molisano". Nella foto: Angelina Boccardi, Papa Benedetto XVI e Mons. Leo Boccardi.
Bobby Fischer, foto Ansa
Forza Napoli
Fonte: http://www.incredibile.ebay/
Un bel “babbo natale” per la Città della Scienza
di Ninni De Santis (da: Roma del 28/12/2007)
…
Tralasciando la credibilità dei nuovi ecoterroristi che vivono alle nostre spalle su teorie allarmistiche spesso infondate, si ritiene scandaloso che in situazioni da tregenda e da terzo mondo nelle quali vivono i cittadini campani si spendano cifre così elevate per partecipare all’allegra compagnia dei social-ecoforum mondiali. Il tutto condite da alcune indimenticabili dichiarazioni la cui eco sulla stampa mondiale (e locale) è stato pari al loro merito: zero, ma il cui costo per i cittadini campani è stato di 245.000 euro (oltre Iva).
…
Sarebbe un bel segnale per i napoletani e campani tutti se quel Decreto Presidenziale fosse firmato nella splendida cornice di Villa Rosebery che rappresenta quello che Napoli dovrebbe essere e che grazie a chi ci governa non è
Corollario
Un bar-ristorante, San Teodoro, ai piedi del Campidoglio, ai piedi della Città Eterna e sotto i piedi della dignità. La volgarità in certi luoghi non ha limiti. L’arroganza di chi può permettersi tutto senza chiedere, senza subire sanzioni umane o divine.
Dopo questa storia, sarà Roma in grado di migliorarsi?
Cosa è successo di tanto grave? Niente. A Roma, per certi ceffi, è la normalità.
Il bar-ristorante in questione ha scelto il nome di San Teodoro. Vediamo chi è, presumibilmente, il santo.
Scheda n° 1: Tanti San Teodoro
Riportiamo quelli più famosi:
San Teodoro abate
San Teodoro di Canterbury
San Teordoro di Marsiglia
San Teodoro di Siceota
San Teodoro Studita
San Teodoro Trichinas, monaco
Il Santo più conosciuto, però, è San Teodoro di Amassea, Patrono di Brindisi.
Scheda n° 2: San Teodoro d'Amassea
Arruolato nell'esercito romano era stato trasferito con la sua legione denominata Marmarica (ovvero la Cohorte terza Valeria) nei quartieri invernali di Amasea nell'Ellesponto, attuale Turchia, al tempo dell'imperatore Galerio Massimiano (3005-311). Subisce il martirio ad Amasea (l'odierna Amasya nel Ponto, a ridosso del Mar Nero) il 17 febbraio tra il 306 e il 311. I carnefici lo condussero nel luogo stabilito e presero la legna da mercanti addetti ai bagni. Teodoro depose i suoi vestiti e i numerosi fedeli accorsi si agitavano per poterlo toccare, respinti dai carnefici. A costoro il martire disse: "Lasciatemi cosi' (vivo n.d.r.) perché chi mi diede sopportazione nei supplizi mi aiuterà affinché sostenga illeso l'impeto del fuoco". I carnefici lo legarono, accesero il rogo e si allontanarono. La leggenda racconta che Teodoro non subì l'offesa delle fiamme, morì senza dolore e rese l'anima glorificando Dio. Era il 9 novembre. Una donna di nome Eusebia chiese il corpo di Teodoro, lo cosparse di vino e altri unguenti, lo pose in una cassa avvolto in un sudario e lo portò da Amasea in un suo possedimento ad Euchaita, l'attuale Aukhat, distante un giorno di cammino, dove venne sepolto. In questo luogo già nel IV secolo viene edificata una basilica frequentata da pellegrini in visita al sepolcro del santo. Ed è in questa chiesa che San Gregorio di Nissa (335-394) pronuncia un discorso che riporta i passi della vita e del martirio di san Teodoro. Da esso e da un altro scritto andato perduto deriva la Passio attuale. Nel 311, poco tempo dopo il martirio di San Teodoro, Galerio, divenuto Augustus, con un editto, pone termine alle persecuzioni contro i cristiani, riconoscendone lo status giuridico. San Teodoro di Amassea, santo patrono della città di Brindisi e santo martire venerato a Rastiglione frazione di Valduggia).
Scheda n° 3: Il ristorante "St Teodoro" (americano fa più fico) – bar/ristorante – Roma, sotto i piedi della dignità
Dunque, presumibilmente, il bar-ristorante ha voluto omaggiare il Patrono di Brindisi. Ma è meglio chiamarsi, per i turisti, Saint Teodoro. Quindi, St. Teodoro, bar di Roma, proprio sotto il Campidoglio, dovrebbe essere un luogo pubblico più "accogliente" degli altri. Invece no. Il diritto costituzionale dei cittadini italiani di essere rispettati come essere umani, per questo bar non esiste, viene calpestato. Il Santo Patrono di Brindisi sarebbe rimasto inorridito nel sentire raccontare la storia di oggi, 17 dicembre 2007, ore 15.15. Un avventore, il sottoscritto, chiede di poter utilizzare i servizi igienici del bar San Teodoro. La risposta immediata e stizzita da parte di una ragazza è la seguente: non abbiano acqua e non sappiamo quando torna. L'avventore era entrato per mangiare e bere qualcosa (minimo 10 euro) e chiedeva di essere “esaudito”. Ironia della sorte, stava andando a seguire un convegno sul Difensore Civico alla Protomoteca, sull’Ombdusman, sul Mediatore, insomma su un’istituzione che dovrebbe tutelare i diritti dei cittadini.
Scheda n° 4: Morale
Senza acqua un servizio pubblico non può funzionare. Allora, delle due, l'una: o l’avventore non può utilizzate i servizi, quindi il bar deve essere chiuso, oppure è stata una menzogna da parte di squallidi individui che negano addirittura il soccorso alle persone in difficoltà. E poi si parla di Solidarietà, di Next Generation, dei Premi Nobel per la Pace, dello spirito di accoglienza dei romani!
Scheda n° 5: Memento
Ricordatevi: Bar-ristorante San Teodoro (vedere foto), sotto il Campidoglio, sotto i piedi della dignità.
Mi chiamano Holunder, ma, il mio nome, in realtà, è Cesare, un sambuco romano con aspirazioni Asburgiche. Sono amico delle cornacchie e di tanti altri poveri animali. La famiglia di questi "incantevoli" volatili gracchianti, a me più vicina, è quella di Susa, il nome della madre dei miei amici, che ha sempre in testa la sua terra d'origine, la fantastica città del Piemonte. Sosa, invece, è il nome del marito che etimologicamente deriva da "se osa a fa' quarcosa" ti succederà etc. etc. Susina e Sosino sono i figli che garantiscono la sopravvivenza della specie. Susina è dolce come un frutto, Sosino è figlio del cui sopra a cui non è permesso niente, anzi, per il piccolo è ancora "peggio": "s'osi a pensa' vai in bocca ar gattino - s'os ino". Un altro amico fedele è Leone africano, che si racconta da solo: "Io, Hassan, figlio di Mohamed il pesatore, io, Giovanni Leone de' Medici, circonciso per mano di un barbiere e battezzato per mano di un Papa, vengo oggi chiamato l'Africano, ma non sono africano, né europeo, né arabo... Sono figlio della strada, la mia patria è la carovana, la mia vita la più imprevedibile delle traversate."
In questa immaginaria ma saldamente documentata autobiografia, viene narrata l'avventurosa e singolare esistenza di Hassan al-Wazzan, dapprima viaggiatore e ambasciatore di sovrani maghrebini, poi, dopo essere stato catturato da pirati siciliani e donato al pontefice rinascimentale Leone X, geografo sotto il nome di Leone l'Africano. Le vicende di Leone l'Africano ci guidano di città in città - Granada, Fez, Timbuctù, il Cairo, Costantinopoli - attraverso gli aromi intensi e i colori abbaglianti dell'Africa, con i suoi mercati policromi, le corti variopinte e i giardini di sogno, poi a Roma nei suntuosi palazzi del Vaticano, in piazza San Pietro brulicante di folla, dentro la Città Eterna abbandonata ai lanzichenecchi. Animato da un autentico spirito cosmopolita, Leone l'Africano imparerà dalle sue continue peregrinazioni a non rinunciare mai a se stesso, fiducioso che "la terra di Dio è vasta, e vaste le Sue mani e il Suo cuore".
Tra gli uomini e le donne appartenenti a un mondo gerarchicamente più elevato del mio status tassonomico linneano (Carl von Linné) , spicca la figura di Arturo, guardiano dell'Orsa maggiore, ma anche guardiano delle pecore di via Appia Antica, e il figlio dell'oca, Konrad Lorentz.