W la Rai, W Mazzini
Sta per finire un altro anno. Il 2008 è alle porte. E niente fa presagire alcun cambiamento alla Rai, azienda pubblica, sclerotizzata, imballata, senza idee. Quello che fa più rabbia è che il nulla viene pagato dai cittadini. Un servizio, anche se pubblico, deve giustamente essere pagato, ma, prima di tutto, deve essere un servizio, cioè deve produrre qualcosa che serve, cioè qualcosa di utile. Addirittura, i nostri Vespa, Panariello, Celentano, Guzzanti, Santoro, Benigni, che vengono pagati con i nostri soldi, si sono inventati (non loro, ovviamente, ma i loro cachet) RAI UTILE. Utile a chi?
Lo scempio che viene condotto nei confronti dei telespettatori dalla Rai, con l'utilizzo di questi personaggi, non è nulla se paragonato alla mancanza di un programma scientifico degno di tale nome.
Ormai, Piero Angela ha finito le cartucce, il figlio s'è buttato a sinistra (Rai3), e alle scienze viene dedicato solo un quarto d'ora (dalle 14.45 alle 15.00) di ogni giorno esclusi: giugno - luglio - agosto - ognissanti - i morti - natale - santo stefano - la befana - la quaresima - pasqua - pasquetta - la resistenza - il 1° maggio - i sabati - le domeniche - gli scioperi - il 30 maggio. Ma avete mai visto la scienza andare in vacanza? Un quarto d'ora, il massimo degli ascolti, per non capire nulla (un altro problema è quello che i giornalisti e gli scienziati invece di fare il loro lavoro preferiscono fare gli speakers e andare in diretta). Una volta esisteva "orecchione", uno speacker non molto affascinante, ma aveva una bellissima voce e si capiva cosa diceva).
Questo post non vuole essere un invito a calcare le scene di un passato ormai remoto. Anzi. La sigla del Tg1, anche se rifatta, ormai è entrata nella storia degli italiani. Ma molta acqua è passata sotto i ponti. Abbiamo avuto quattro Pontefici, il crollo del muro di Berlino, l'11 settembre. Niente, la sigla rimane. Per non parlare delle altre sigle dei telegiornali, soprattutto quello del Rai3. Spettrale, diabolica, infernale, come devono essere le notizie. Un rinnovamento non farebbe male alla Rai.
Quello che manca assolutamente, infine, è una rubrica sulla musica classica e operistica. Fino a pochi anni fa c'era. Oggi è scomparsa del tutto. W la Rai. W Mazzini.