sabato 19 gennaio 2008

Bobby Fischer. Scacco matto

Dio non gioca a dadi, ma a scacchi?

di Roberto Maurizio

Bobby Fischer, foto Ansa


Lettera aperta a Bobby Fischer,
il grande campione di scacchi morto il 17 gennaio 2008

Ciao Bobby

Ti parlo come se tu fossi mio fratello maggiore, anzi, per certi versi gli assomigli proprio (mutatis mutandis). Il mondo degli scacchi, con te, è diventato più popolare e milioni di persone, grazie a te, si sono avvicinati al “gioco” più bello dell’Universo. “Dio non gioca a dadi”, ma forse a scacchi sì. La tua prematura morte lascia un vuoto incolmabile, ma la vita va avanti ed è ormai tempo per un bilancio finale.

Il Bianco muove e perde in tre mosse

Tre note negative oscurano, a mio avviso, come tuo conoscitore superficiale, la tua figura:
1. l’attacco che hai voluto riservare agli ebri come lobby ingombrante americana;
2. lo sputo su un documento ufficiale del Dipartimento di Stato americano che ti impediva, nel 1992 nell'ex Jugoslavia, di disputare la partita contro Spasskij, nonostante i divieti della Casa Bianca e dell’Onu;
3. e la giustificazione dell’11 settembre.

Dall'arrocco della Torre, al "controgambetto"

Come hai potuto commettere errori di questa portata? Ti sei “arroccato” contro gli ebrei. Hai fatto un’apertura di controgambetto in favore di Bin Laden. Hai volutamente farti fare scacco matto dalla vita.

Dente per dente, non sempre è vincente

E’ vero, negli Stati Uniti esistono le lobbies, ma non sono solo di una “razza”! Tremila morti innocenti alle Torri gemelle non vanno sottovalutate. “Ciò che si dà si riceve”, hai detto in occasione dell’attacco al cuore dell’Occidente. Questa frase è sgrammaticata. Ciò che si dà, cioè quello che hai procurato agli altri, si riceve, cioè aspetta che il male venga fatto contro di te. Il problema è il soggetto. Sono colpevoli gli uomini e le donne che si trovavano nelle Twin Towers? “Dente per dente” non è la via da seguire in una società civile, come è vera l’affermazione che una società civile non deve perseguire o avallare la violenza.

Una scacchiera in carcere

Forse la cosa più bella della tua vita l’ha fatta per te il tuo “nemico-avversario” Boris Spasskij, il 10 agosto 2004, quando inviò al Presidente Bush questa lettera:
"Non voglio difendere o giustificare Bobby Fischer. Lui è fatto così. Vorrei chiederle soltanto una cosa: la grazia, la clemenza. Ma se per caso non è possibile, vorrei chiederle questo: la prego, corregga l'errore che ha commesso François Mitterrand nel 1992. Bobby ed io ci siamo macchiati dello stesso crimine. Applichi quindi le sanzioni anche contro di me: mi arresti, mi metta in cella con Bobby Fischer e ci faccia avere una scacchiera”.