INTERPRETARE IL MEDITERRANEO
Il Mar Nero e i suoi rapporti con il Mediterraneo
(terzo ed ultimo giorno)
Roberto Maurizio
Il terzo giorno del Convegno-dibattito "Interpretare il Mediterraneo" si è tenuto a Roma, il 25 ottobre 2007, Gipsoteca - Complesso del Vittoriano, in via dell'Ara Coeli. Il tema centrale è stato: Mediterraneo e Mar Nero. Hanno partecipato Leoluca Orlando, Presidente della Commissione parlamentare bicamerale per le questioni regionali, Oleh Hrytsaienko, dell'Ambasciata Ucraina, Radu Horumba, dell'Ambasciata di Romania, Antonello Biagini, dell'Università di Roma “Sapienza”. L'incontro è stato coordinato da Carlo Vallauri, dell'Università di Roma “Sapienza”. Le conclusioni, sulle tre giornate, sono state tratte dal Prof. Franco Voltaggio dell'Università di Macerata.
Il tavolo della Presidenza del Convegno La lunga ed interessante relazione introduttiva, preparata con molta cura dal Prof. Giuseppe Burgio, dell'Università la "Sapienza" di Roma, ha prodotto tra gli astanti un particolare apprezzamento ed una specie di "turbamento". Dalle numerose slides (di cui ne riproduciamo alcune), proiettate all'interno della Gipsteca (che è il luogo dove vengono conservate le riproduzioni in gesso, da cui deriva il nome, in greco antico, gypsos significa "gesso") si è avuta la netta sensazione delle proporzioni sbagliate che la guerra fredda ha prodotto nel nostro paese. Yalta, Crimea, Mar Nero, erano nell'immaginario collettivo terre assai lontane geograficamente. La guerra di Crimea, la Conferenza di Yalta, per non parlare del Vello d'oro, della Colchide, di Giasone, degli Argonauti, collocavano questo angolo del mondo ai confini della percezione della distanza. In realtà, l'Italia dista dal Mar Nero, in linea d'aria, esattamente 810 km, cioè, quasi la stessa distanza tra Bari e Milano. Questa "visualizzazione" della distanza è riprodotta nella fig. n° 1, dalla quale emerge chiaramente anche la "vicinanza" della Sicilia con il Mar Nero. Lo stretto di Messina, sempre in linea d'aria, dista dal punto più vicino del Mar Nero, esattamente 1.120 km, la stessa distanza di Berna.
Fig. 1: "L'VIII corridoio" Il Prof. Burgio, dopo aver parlato dela configurazione, dei miti delle leggende e delle storie del Mar Nero, si è soffermato sui rapporti tra questa area e l'Italia, sui legami con la Russia e sull'importanza crescente dell'Unione Europea. Ha poi illustrato il percorso dell'ottavo corridoio, che parte dalla Bulgaria arriva all’Albania attraverso la Macedonia, da Varna e Burgas sul mar Nero a Valona e Durazzo sull’Adriatico; e da lì ai porti pugliesi di Brindisi e Bari. Un'opera che ridurrà enormemente la distanza e, conseguentemente, le spese di trasporto, ma arrecherà sicuramente vantaggi economici e sociali di enorme portata. Insomma, ha detto il Professore, dai 12 mesi impiegati da Padre Cristoforo Castelli nel 1631 (dove rimase fino al 1654), alle 12 ore una volta completata la gigantesca opera.
Prof. Giuseppe Burgio
E' intervenuto, in seguito, l'on. Leoluca Orlando che, attraverso la sua "sicianalità", ha offerto un saggio di eloquenzia e di ricercata cultura. Ha raccontato i suoi ricordi personali con la gente comune giorgiana e con i potenti, i suoi rapporti affettivi con una terra "assai vicina" alla Sicilia, dimostrando come la Georgia e tutti paesi del Mar Nero facciano parte del Mediterraneo, un mare da sempre magico, la cui aggettivazione viene abinata solo strumentalmente ad altre realtà geografiche. L'espressione euro-mediterraneo, infatti, è una specie di ossimoro che ha senso solo se da essa scaturisce un vantaggio reciproco.
on. Leoluca Orlando
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